Ho avuto modo di trascorrere un weekend in Trentino, a Trento e nella Valle di Cembra, alla scoperta delle bellezze paesaggistiche, storiche ma più che altro per conoscere il magico mondo dei distillati trentini. Ed è proprio dalla grappa che inizierò il mio viaggio.
Il Tour era stato organizzato dall’ Istituto di Tutela della Grappa, un istituto che ha il compito di valorizzare i distillati ottenuti da vinacce prodotte in Trentino; tutti i prodotti delle Aziende che ne fanno parte riportano sulla bottiglia un marchio d’origine con la scritta “Trentino Grappa“, a certificarne sia l’appartenenza che lo standard qualitativo.
Conoscevo già alcune vallate trentine ma non ero mai stata nella Valle di Cembra; percorrendo le strade che portano in quelle terre sono rimasta incantata dalla moltitudine di vigneti terrazzati, un vero e proprio monumento alla fatica dell’uomo e a oltre 2500 anni di viticoltura di montagna. Questa vallata, da poco nominata “Paesaggio rurale storico d’Italia“, produce pregiati vini come il Müller Thurgau, lo Chardonnay e tanti altri ben noti, ed è culla della Grappa Trentina.
La grappa è un distillato molto antico e nasce da tradizioni che si tramandano di generazione in generazione. Quasi tutte le distillerie operano a livello artigianale, motivo per cui il “saper fare” dell’uomo rimane un aspetto fondamentale.
Tre sono gli elementi fondamentali di questo elegante distillato: la valorizzazione delle vinacce, il metodo di distillazione, denominato sistema a bagnomaria “Tullio Zadra“, i mastri distillatori ovvero l’esperienza e l’abilità degli addetti ai lavori che continuano a portare avanti la tradizione egregiamente. Nelle distillerie si distilla ancora con i principi della “distillazione tradizionale“, fatta secondo le vecchie regole della fonte di calore indiretto, della lavorazione lenta e del costante controllo dell’uomo. Allo stesso tempo sono state affiancate tecniche produttive moderne; le vinacce delle uve pregiate (Muller Thurgau, Chardonnay, Teroldego, Pinot Nero, Traminer) vengono distillate sempre più fresche e gli apparecchi hanno subito le dovute evoluzioni, pur mantenendo intatta la tradizione.
Durante il weekend abbiamo visitato tre distillerie, ciascuna con le proprie caratteristiche ed i propri specifici prodotti ma tutte accomunate dalla grande passione verso questa lavorazione e dal forte legame con il territorio.
La prima Azienda è stata la distilleria Zeni, una piccola realtà che punta sulla qualità del prodotto, valorizzando al massimo le vinacce dei propri vigneti. Zeni, oltre alle grappe ed alle acqueviti, produce anche vini bianchi, vini rossi, vini da dessert e Trentodoc.
La seconda Azienda è stata la distilleria Pilzer ubicata a pochi km da Faver, un piccolo paese della Valle di Cembra. Un’ azienda, quella di Bruno, moderna ed all’avanguardia, sempre alla ricerca di nuove tecniche che consentano la sperimentazione e la produzione di grappe sempre nuove. Pilzer, oltre alla grande varietà di grappe, produce Acqueviti di frutta (notevole quella di Pere Williams, considerata da una rivista tedesca specializzata fra le prime dieci Acqueviti di Pere in Europa).
La terza azienda visitata è stata la Paolazzi Vittorio , un’antica distilleria che porta avanti la tradizione del “lambicar” , ovvero non solo l’arte del distillare ma anche la dura vita e la ‘sofferenza’, o meglio la pazienza che da sempre contraddistingue chi lavora i distillati.
Sono arrivata in Valle di Cembra con una scarsissima (ahimè) conoscenza di questo distillato ma curiosa di capire perchè la grappa trentina fosse così “speciale” rispetto alle altre che si trovano in commercio. Bene, non solo ho imparato a degustare la grappa ( cosa che, lo ammetto, non facevo nella maniera giusta) ma ho anche avuto risposta alla mia curiosità. E per rispondere anche a voi, cito Bruno, della Distilleria Pilzer, che attraverso queste parole mi ha fatto capire quanta “passione” ci sia in Valle di Cembra per questo mestiere, passione che rende gli aromi della grappa del trentino unici ed inconfondibili e che sprigiona un’essenza fortemente legata a quel territorio.
“Distillare non è una cosa semplice, è un’ arte con alla base conoscenza, pazienza, perizia e fantasia. Per noi, il saper distillare bene è rispetto verso chi ha cominciato prima, voglia di innovazione, consapevolezza di aver raggiunto degli ottimi risultati, l’ambizione di crescere. ”